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La voce di Cecilia e Denis

April 07, 2019

Ci sono alcuni momenti, irripetibili incroci di spazio e tempo, in cui la vita pone una domanda e la risposta può cambiare per sempre il corso della vita stessa. Per noi quel momento è arrivato a quarant’anni: continuare a percorrere la strada conosciuta, quella strada che avevamo imparato a chiamare nostra oppure scegliere la “meno battuta”, il richiamo delle passioni, iniziare a immaginare una nuova idea di futuro?

I nostri porti sicuri erano molto distanti dai campi, ma abbiamo deciso di lasciarceli alle spalle e percorrere un sentiero che fino a quel momento esploravamo solo nei fine settimana passati a scoprire l’Italia in motocicletta. È in uno di questi weekend che abbiamo incontrato un inaspettato amico e abbiamo realizzato che non l’avremmo più lasciato. Alcuni lo chiamano “oro rosso” e come si dice, davvero, è la spezia più pregiata che esista. La più preziosa, poiché la sua coltivazione e la raccolta, rigorosamente a mano, necessitano di estrema cura e di un’attenzione molto simile a quella che si riserva alle persone che amiamo.

Così, abbiamo ricominciato a studiare, perché di studiare non si finisce mai, e abbiamo trasformato l’appezzamento di terra dove un tempo crescevano filari di vite per farne la sua casa proprio accanto alla nostra, ai piedi delle colline reggiane. Qualcuno in famiglia ha sbarrato gli occhi, forse ha pensato che fosse un pizzico di follia a guidarci, a suggerirci di rinunciare alle vacanze e a quei fine settimana per una spezia che si chiama zafferano.

Ma a volte va ascoltato, quel pizzico di follia, quando ti propone una sfida da raccogliere. Oggi è con lo zafferano che viviamo, è lui che scandisce i ritmi delle giornate. È per lui che nei lunghi giorni della raccolta la sveglia suona alle quattro del mattino e scendiamo nei campi con le tute e le torce, con il freddo o con la pioggia. Torniamo a casa coperti di fango, carichi di una stanchezza gentile, che ha tutto il sapore di una vittoria.

Non è facile allontanarsi dalle abitudini, ripensare alla vita com’era: di corsa, senza il tempo di osservare, di respirare. Ed è questo, il nostro progetto: un “ripensamento”, una riprogettazione del presente per riuscire a vivere e convivere con la natura, godere dei benefici che trasmette ai sensi, rispettare i battiti che compongono ogni momento.

Ci capita di intravedere la sorpresa negli sguardi delle tante persone che incontriamo, talvolta stupite nel percepire quanto di noi, della nostra storia, della nostra famiglia, affluisca quotidianamente nel nostro lavoro. Ma se potessimo scegliere come definirlo probabilmente non lo chiameremmo “lavoro”. Somiglia piuttosto a una meravigliosa avventura, alla chiave per aprire la porta di una felicità che solo fino a qualche anno fa sembrava irraggiungibile.

Perché forse sì, forse quella che abbiamo scelto era una strada in salita, forse era meno illuminata delle altre, più difficile da percorrere, ma non aveva importanza. Perché solo quella, era la nostra strada.

Credits:
Testi di Carlotta Fiore
Foto di Diego Rosselli






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